Decreto salva casa. Vediamo le novità

Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto Salva-Casa, fortemente voluto dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. L’obiettivo è “liberare” gli appartamenti ostaggio di una normativa rigida e frammentata che ne ostacola la commerciabilità e talora preclude l’accesso a mutui, sovvenzioni e contributi.

Il decreto interviene solo nelle casistiche di minore gravità, incidendo sulle cosiddette lievi difformità. In particolare:

1. Sulle difformità formali derivanti da incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alla dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile.
2. Sulle difformità edilizie delle unità immobiliari, risultanti da interventi spesso stratificati nel tempo, realizzati dai proprietari dell’epoca in assenza di formale autorizzazione.
3. Sulle parziali difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della cosiddetta “doppia conformità”.

Il decreto inoltre semplifica le procedure vigenti: è introdotto il regime di silenzio-assenso, principio particolarmente rilevante e che va nella direzione della massima semplificazione. Significa che se l’Amministrazione non risponde nei tempi previsti, l’istanza del cittadino è accettata. Infine, si introduce la possibilità di installare tende e strutture di protezione dal sole e da eventi atmosferici, in regime di edilizia libera.

La norma mira anche a snellire il lavoro degli uffici tecnici comunali, sepolti da migliaia di pratiche. Il provvedimento prevede sanzioni proporzionali all’aumento di valore dell’immobile, che potranno essere utilizzate, tra l’altro, nella misura di un terzo per progetti di recupero e rigenerazione urbana. Ottenuto anche il parere positivo delle categorie professionali.

Il link delle slide illustrative del provvedimento

(Fonte: Ministero delle infrastrutture e dei trasporti)

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